Marina Barbiero è nata a Padova nel 1968. Dopo essersi diplomata al Liceo Artistico Statale di Padova, ha proseguito gli studi laureandosi all'Università di Architettura I.U.A.V. di Venezia.
E' fin dalla giovinezza, attratta dalla creatività della pittura in tutte le sue forme e pazientemente dedita alla ricerca di nuove tecniche: dalla matita al pastello alla china, all'acquerello alla tempera e all'olio su tela.
Ricca e variegata si presenta la gamma degli argomenti oggetto delle attenzioni e dell'interesse di Marina Barbiero, artista per indole naturale, ma anche ottimamente preparata, sia per quanto concerne l'aspetto grafico sia per le armonie cromatiche dei suoi lavori. Nel 1986 il suo interesse è orientato alle vedute paesaggistiche, che riportata su tela con rigoroso verismo. Sono serene distese di verde e specchi d'acqua, casolari, chiese e castelli, svettanti alberi nel controluce del cielo,tutto colto con occhio vigile,con mente accorta e filtrato quindi da grande raffinatezza e da viva sensibilità. Da stati d'animo che denotano l'amore, l'attaccamento della pittrice per le bellezze del creato, per l'incanto delle diverse atmosfere e delle tante e continuamente nuove situazioni reali della natura.
Altrettanto accattivanti sono le raffigurazioni di animali che l'artista dedica in un breve periodo nel 2002, attuati sempre con acuta analisi, prestando attenzione a ogni loro propensione e indole naturale Tra essi, in modo tutto particolare il cavallo, realizzato di norma nella maestosa imponenza della sua vigoria e della sua grandiosità, emblema quasi di dinamismo, di forza vitale. Nel 2003, la produzione pittorica di Marina Barbiero, si indirizza nello studio del volto umano. In questo periodo Marina Barbiero, comincia a firmarsi Occhi Pinti, nome d'arte che comparirà nelle opere dell'artista e che prenderà posto accanto al nome e cognome fino a sostituirlo.
Umane e toccanti sono le maternità, ispirate spesso a persone di colore, a donne e bambini dai tratti somatici scultorei, con incarnati eburnei e occhi lumeggianti, aperti su orizzonti lontani, su mondi di sogno e di speranza. Perché Marina Barbiero nel dare forma, aspetto a un essere umano è profondamente toccata da sentimenti di solidale comprensione, di altruismo. In questi esseri pertanto essa trasfonde tutta la propria emotività, il proprio animo,così che il dipinto pare vivere, palpitare di vita reale.
Altro tema caro all'artista sono gli alberi.
Vi è una raffinata accuratezza nella ricerca dei particolari inseriti all'interno di un impeccabile impianto prospettico in cui la rappresentazione si svincola dalla suggestiva caratterizzazione umorale, presentando una totale assenza di vincoli temporali ed escludendo accenni al divenire o alla metamorfosi: sono le sensazioni a dare ritmo alla composizione.
Le fronde degli alberi vibrano seguendo il sussurrio del vento che muove impercettibilmente le foglie cangianti, ma l'azione pare si ripeta all'infinito bloccata in un eterno istante e generata da un idilliaco connubio tra una sfuggente visione onirica e il reale splendore della natura.
Le chiome lussureggianti degli alberi, i colori limpidi degli orizzonti, ci appaiono tradotti con una vena nostalgica che si nota negli accostamenti cromatici, nello spazio saliente, nelle lievi sfumature che calibrano l'effetto emozionale della visione.
Il sentimento si adagia sui luoghi amati, sulle suggestioni del mondo trasfigurante dallo stato emotivo del momento.
Per Marina Barbiero tutto sembra diventare una rivisitazione sensoriale dei sentimenti per evadere dalle frenesie del quotidiano ed abbandonarsi allo splendore vivido del paesaggio. Il tema assume così una valenza profondamente spirituale.