Santo Paolo Guccione
La produzione più recente di Santo Paolo Guccione, offre all’osservatore degli elementi nuovi rispetto al passato: elementi che comunque esaltano, anche se in modi diversi, la mal sopita vitalità e la sanguigna passionalità dell’artista.
Dai gruppi scultorei affiora una maggiore coralità e una attenzione più accentuata alla cura delle forme, che offrono una certa plasticità e armonia, segni di nuovi equilibri che rappresentano l’aspetto più maturo dell’artista. Si fanno evanescenti gli echi della caparbia ricerca della vita rappresentata dalle figure femminili del primo periodo; lì, in quelle opere, era predominante il contrasto che emergeva dalle tinte forti e definite; immagine dell’incontro - scontro con una realtà attraente ed ostile ad un tempo. Ora l’autore ripercorre in qualche modo il suo passato.
Si volge indietro e ripercorre la sua infanzia, la famiglia, la donna che è diventata madre. Figure ormai a tutto tondo, che incedono in un dinamismo composto e quasi solenne, figure che tendono sempre più verso l’alto, anche se le madri delle maternità si curvano ancora sui figli con gesto protettivo, e questi formano sempre un tutt’uno con le madri.
Credo che in un periodo di crisi di valori, che ha investito anche la famiglia, queste opere ci offrono spunti di riflessione forti e profondi. La sua tecnica è particolare, le sue figure non hanno un volto definito, esse vogliono essere il volto dell’uomo! Un uomo proteso alla ricerca di se stesso, del proprio mondo, alla ricerca delle proprie radici, del suo Creatore.
Che sia legno, argilla o pietra, le sculture di Santo Paolo Guccione cantano la vita, una vita semplice e dura - ad un tempo, una vita però in cui non si è mai soli, c’è sempre una madre; è la madre che tanti artisti in mille modi hanno cantato e invocato, in lei Guccione scorge la nostra terra, la nostra Sicilia!.
Santo Paolo Guccione fa parte di quella nutrita schiera di figli che mostrano l’amore per la propria terra attraverso le espressioni più genuine e pregnanti di cui ogni madre si può onorare.
Giuseppe Manzella
UN’ARMONIA ESSENZIALE
Che usi il legno, il marmo oppure la ceramica per le sue sculture. Santo Paolo Guccione riesce sempre a dare una proiezione plastica alle figure dal tratto armonico e preciso.
Le figure, specialmente quelle femminili, emanano una sensualità particolare, rispettose come sono di quelle linee ascensionali che servono ad allungare la visione dell’insieme e a dare un’ulteriore brillantezza all’immagine.
C’è un composto dinamismo nel procedere delle curve e nel gesto; c’è un tutt’uno tra la coralità del messaggio e la plasticità del frasario gestuale.
Ciò spiega il motivo per cui in Santo Paolo Guccione si ritrovano elementi sognanti, risvolti mitologici e richiami all’oggi.
Su tutto sembra quasi troneggiare il “ Perché? “ che da il titolo al crocefisso in ulivo e buganvillea; un perché fatto di storia d’ogni giorno, di dubbi, di affetti che si sbriciolano, di sentimenti che, ossessivamente, finiscono preda del compromesso.
Ogni figura si presenta con un volto non ben definito, quasi a voler celare un po’ la paura che abita all’interno di ognuno di noi. Ogni figura, al tempo stesso, ha la capacità di emanare un fascino del tutto particolare. E’ sufficiente, per rendercene conto, osservare la silhouette di “ Ecuba” oppure quella di “ Andromaca ed Astianatte “: entrambe sono rese in maniera totalizzante e dando spazio ad una gestualità che fa dell’essenziale il suo marchio caratteriale.
Forza, movimento, sintesi, plasticità, armonia…: questi sono gli ingredienti che si accompagnano alle creazioni scultoree di Santo Paolo Guccione, un artista che sa dare profondità alle allegorie e purezza espressiva alla materia. Un artista dunque, a trecentosessanta gradi.
Da Atlante Italiano dell’ Arte (A. Carello Editore)
La figura femminile è senza dubbio l’oggetto di indagine più ricorrente e costante nella decennale produzione scultorea di questo artista che osserva, indaga, scava, studia l’evolversi del concetto comune e personale di donna. Donna in quanto figura centrale per l’umanità come generatrice, come musa ispiratrice, come dea e fonte di saggezza, come madre attenta. , protettrice e premurosa ma anche come, amante, come danzatrice sinuosa e attraente. Tutte queste forme nascono grazie a un rapporto intimo e totale con i materiali che vengono scelti accuratamente per partecipare piena mente alla trasmissione di un’intensità emotiva sensibile e affascinante proprio per la sua semplicità. Legno di ulivo, cipresso, di eucalipto, terracotta, pietra lavica ferro gli “strumenti”che privilegi per esprimersi. I materiali impiegati, infatti fanno pienamente parte del suo mondo e rispecchiano la sua abilità e il suo occhio d’artista attento, sensibile e critico che coglie a priori in un blocco di pietra, in un tronco o una radice anche visti o trovati per caso una forma, un’immagine. Sarà poi la sua abilità che trasformerà con maestria questi pezzi inermi in una scultura compiuta in un oggetto artistico unico, testimone di questa lunga e a volte faticosa ricerca. Nelle sculture terminate rimane sempre il segno di tutto il suo amore per la materia, tutto il suo interesse per il lavoro di intaglio, di scavatura, di erosione, di manipolazione di un elemento della natura che non viene completamente annullato o cancellato, ma resta evidente, testimone di una passione e di un amore per l’arte, per la scultura che non distrugge la natura, la rende partecipe dell’idea artistica e la utilizza per esaltarne ulteriormente le capacità espressive. La natura così generosa, intensa e difficile in una terra ricca complessa come la Sicilia fa parte quindi dell’arte di Guccione confermando il suo attaccamento alla vita in tutte le sue manifestazioni e la madre terra si colloca così alla fonte di tutta la sua ispirazione. La fiducia, la positività di questi valori e di questi punti di partenza rendono le sue opere appassionate, energiche, vitali, esistono problemi, sofferenze espressi con le contorsioni, i nodi, gli intrecci matrici, ma non esiste la solitudine. Il suo messaggio è globale parla del l’uomo senza troppi accademisti, con naturalezza e semplicità, e nelle sue figure, spesso senza volto o appena delineato, potremmo tutti identificarci, non figurativamente, ma emotivamente.
Elisabetta Speroni
Referenze:
Associazione Artistico Culturale “ Esarte” Grammichele (CT) tel - 347 - 6494106 -
Federazione Italiana Arti Figurative (FIAFi) Siracusa tel - 347 - 0363508 - 333 - 6365231 -
ARCUS ARTE Grammichele (CT) -
Galleria d’arte Firme d’Autore Giarre (ct)
Via Manzoni, 88 - Scala A - tele - fax. 095 - 931547. cell. 330. 589103 - 328. 1172029 -
Studio Laboratorio: Via E. Cialdini, 93/95. 95042 GRAMMICHELE (CT) cell - 340 - 6455764
Abitazione: via Ignazio Buttitta, 15 - 95042 Grammichele (ct) tel. 0933 - 946582 - fax 0933 - 940186 - e mail: santopaologuccione@tiscali.it
Sue opere sono in permanenza presso -
Galleria “ESARTE” Grammichele (ct)
Galleria d’arte “ Firme d’autore”
Giarre (ct) via Manzoni, 88 scala - A