Simona Ragazzi nasce a Bologna, città nella quale si forma artisticamente.
Consegue il Diploma in Pittura all’ ISART e successivamente il Diploma con Lode in Scultura all’ Accademia di Belle Arti di Bologna.
Dopo l’Erasmus nella Fine Art University UWE di Bristol, nel 1993, fonda l’Atelier “Paese dei Balocchi “, un laboratorio di Arti e Mestieri nel quale insegna tecniche plastiche, ceramiche e pittoriche e collabora con artisti italiani e stranieri.
Lavora principalmente con la scultura in argilla e bronzo, alla quale abbina una sua personale ricerca fotografica. Le opere scultoree “ Appunti”, “ Sequenze”, “Archeologici”, “Oltrenatura” e quelle fotografiche “Crisalidi”, “ Cattedrali”, “Viaggio”, “Boschi”, tessono un filo diretto coi codici figurativi contemporanei e gli elementi culturali arcaici riflettendo sul rapporto tra presente, passato e futuro e fornendo suggestioni, letture e narrazioni nuove.
I lavori della Ragazzi svelano un alto profilo concettuale e comunicativo, che intrecciano con sensibilità e ironia le dimensioni del tempo e dello spazio.
Simona lavora con Gallerie a Bergamo, Bologna, Cagliari, Milano, Siena, Venezia.
Ha esposto in numerose sedi pubbliche e private, ha partecipato a Fiere e Concorsi d’Arte Nazionali ed Internazionali tra le quali: “La Sculpture en Libertè", Roquebrune sur Argens, Francia - "Arte Fiera", Bologna - “Bergamo Arte Fiera”, Bergamo - Museo Cà La Ghironda, Zola Predosa, Bologna - "Linearte Expo Arte", Gent, Belgio - “Portraits”, Los Olivos, California - “Biennale di Prieurè”, Dinant, Belgio - “ArtVerona”, Verona - “Art Innsbruck”, Innsbruck, Austria - ” Arcaico contemporaneo” e “ Dissolvenze incrociate”, Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara - “Le présent et le futur” Manoir de Cologny, Ginevra - “54° Biennale di Venezia Padiglione ITALIA Sez. Emilia Romagna” Palazzo Pigorini, Parma - “Scultura... oltre i limiti del tempo” ArtefieraOFF, Bologna - "Dramatis Personae 2, Palazzo della Racchetta a Ferrara(Cat. Mondadori) - “ Sculture nel Parco” Mostra Internazionale presentata da V. Sgarbi, Venezia. “ Focus On” ArtCity White Nigth Bologna, “ Il volto come metafora” Cà la Ghironda Modern Art Museum Zola Predosa Bologna.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.
Simona Ragazzi vive e lavora a Bologna.
Alcune opere scultoree di Simona Ragazzi, nel 2005, sono state utilizzate per la sigla di un programma televisivo su RAI 3, dedicato a tematiche sociali, intitolato “Racconti di Vita”. Una scelta mirata quindi, considerato le tematiche sociali dei suoi lavori che si ispirano all’umanità dell’uomo e si possono considerare, appunto, possibili …racconti di vita.
www.simonaragazzi.it
Hanno scritto:
IN & OUT, dentro e fuori... . pelle.
Scultura ed emozioni sono le protagoniste di questa mostra dell’artista Simona Ragazzi.
Volti, figure perfettamente modellate su fogli d’argilla vivono, si raccontano e interagiscono con l’osservatore svelando quella parte interiore ed emotiva dei sentimenti dell’uomo, laddove paura, serenità, rabbia, estasi non sono più emozioni private delle quali avere pudore, ma diventano protagoniste di una bellezza interiore ed esteriore tali da diventare opera d’arte.
“Private notes”, “Hurt”, sono alcuni titoli delle opere dell’artista, sculture nelle quali ognuno di noi si può rispecchiare o immedesimare. Quasi un autoritratto atemporale delicato ma anche spietato delle nostre emozioni, sculture che mettono a nudo quanto la nostra sensibilità non sia affatto calcolabile o soffocabile da un’evoluzione o da una fredda società nella quale spesso non ci ritroviamo e che non ci da spazio o luogo per viverle.
Un dentro e fuori dal tempo sono le opere della Ragazzi.
L’uomo è sempre soggetto e stimolo incessante e non smette mai di raccontarsi come dai tempi delle prime sculture rupestri. Attraverso le mani colte di una artista come Simona l’uomo non stanca mai di affascinarci regalandoci emozioni ed attimi di vita.
Una riflessione sul concetto di dualità, di dimensione introspettiva ed esteriorità, di inclusione o esclusione, apertura o confine delle relazione con gli altri... nella continua ricerca di una dimensione nella quale trovare il proprio equilibrio, dove poter vivere il nostro IN e OUT.
Andrea Lake
IN & OUT... . . skin.
Sculpture and emotions are the protagonists of this exhibition by Simona Ragazzi.
Faces and figures, perfectly shaped on sheets of clay come to life, telling and interacting with the viewer, revealing the inner side and emotional feelings of man, where fear, serenity, anger, ecstasy are no longer private emotions of which have modesty, but become the main character of an inner and outer beauty that will become a work of art.
"Private notes", "Hurt", are some titles of her works; sculptures in which each of us can reflect or empathize. Almost a timeless self - portrait of our emotions, delicate and foreboding, revealing how our sensitivity cannot be calculated or suppressed by evolution or by a cold society in which we often get lost and that does not give us space or place to live them.
Man is always subject and constant stimulus, never failing to tell his story, since the rupestrian carvings. Through the hands of a cultured artist like Simona, the human being fascinates us, giving emotions and moments of life.
A reflection on the concept of duality, of introspective dimension and exteriority, inclusion or exclusion, opening or border of relationships with others... the continuing search for a dimension in which we have to find our own balance, where we can live our IN and OUT.
Andrea Lake
“ …La sua ricerca artistica è stimolata dall’uomo, dalla sua anima, dalla sua mente, dalle sue forme. La materia è la sua prima passione, la scultura, precisamente il modellato, la traduzione del suo linguaggio. Il suo percorso sembra andare a ritroso: dalle figure a tuttotondo - racconti, ai ritratti - specchi, ai bassorilievi - appunti, agli appunti - momenti; a ritroso, dal grande al piccolo, dall’universale al particolare.
I volti e le figure di Simona estremamente realistici, crudi, dolci e poetici, celano inquietanti misteri, dolorose rivelazioni, quotidiane storie, spietate denunce. I suoi “appunti”, bassorilievi modellati su fogli di argilla, appesi al muro come tracce della memoria, hanno carpito segreti, svelato intenzioni, raccontato storie. Adesso Simona ha l’esigenza di concentrarsi sul momento, sottolineare l’attimo di un racconto, fermarlo, sospenderlo, astrarlo dalla storia. Ecco che gli ultimi appunti necessitano di inserirsi in uno spazio definito, divenire parte di un quadro, coprotagonisti di un fermo immagine, di un attimo immortale…”
Roberta Angelini
“ …terracotta dipinta, ceramica a gran fuoco, ceramica raku su ambiente dipinto, ma anche qualche bronzo patinato, sono “ i luoghi” della sua ricerca, con una selettività di immagini che affiorano sui fogli di argilla. Si delineano nel corpo della materia, visi, sguardi, bocche, particolari che diventano affreschi, anche in una rapida sequenza di flash narrativi. La vigile attenzione della trentacinquenne artista bolognese agisce sull’infinita varietà di volti, ora appena accennati in alcuni particolari, ora definiti e quasi caratterizzati, che colgono in ogni caso una condizione intima, ed esprimono una rappresentazione di carattere. E’ come se sulla “scena” (superficie della materia) venissero create delle forme per essere sottoposte a trasformazione e, quindi, messe in discussione. Uno “spettacolo” di umanità diversa, colorita, straordinariamente animata da scene di maternità, di innocenza perduta, di propositi dolci inganni (La vuoi una calamella?), di esaltazione di sé, di sconfitte, di inquietudini, di slanci e timori che mettono in gioco anche l’artista “autoritratto”…. ”
Gazzetta di Modena - Michele Fuoco
“…L’opera della Ragazzi, ispirata dall’”umanità dell’uomo”, dalle sue umane contraddizioni, utilizza un linguaggio chiaro, immediato, forte. Volti o porzioni di volto affiorano da fogli di argilla, come appunti della memoria, immortalando emozioni, raccontando storie, svelando intenzioni, denunciando orrori, suscitando passioni. Volti di chiunque, anonimi, rappresentativi di tutti i volti possibili. Possibili…racconti di vita…”
Art Journal - Roberta Angelini
“…”Il centro operativo di Simona Ragazzi è nel…”Paese dei Balocchi”, estrema periferia dominata dai caseggiati in cotto. Lì Simona si sente al sicuro e lavora terra e ceramica. La scultura è la proiezione di una passione chiamata arte…”
Il Resto del carlino Bologna – rubrica a cura di Franco Basile
Beyond time - Oltre il tempo
La scultura é da sempre ambito privilegiato di Simona Ragazzi, luogo dell’inventarsi le immagini dentro lo spazio per poterle percorrere da ogni punto di vista.
L'ossessione corporea di Simona non poteva d'altra parte rinunciare a tale confronto, così come il fondamento della sua poetica non poteva arrestarsi di fronte ad una condizione d'ordine prettamente tecnica.
A questo proposito, anticipando quanto detto dopo, va sottolineato come Simona Ragazzi abbia sempre rivendicato in modo forte una sua manualità esplicita, come non abbia mai nascosto le sue sapienza febbrili e onnivore, anche nel momento in cui la sua perizia sembrava, a fronte delle montanti maree di “bad paintings”, quasi un ostacolo all'attualità del lavoro.
La materia di Simona é frutto di sapienze antiche d'una memoria di bottega mai rinnegata, anzi riassaporata su di una sensibilità tutta contemporanea, per nulla scontata o ingenua, sempre pronta a rinnovarsi.
Nell’immergersi nella mostra delle opere di Simona Ragazzi, fin dalla prima, non si può che correlare le stesse al titolo della mostra, più precisamente alla parola “oltre”, ovvero al più internazionale e orgoglioso inglese “beyond”.
Solo andando oltre, ed avendone la determinazione di farlo, si può entrare nel mondo onirico ma anche fortemente materico di Simona Ragazzi.
Immediatamente ci si accorge che non vi è determinazione di spazio dove vengono calate queste opere scultoree, non vi é luogo dove l'evento accade, é la materia a farsi spazio, a conferire una dimensione priva di riferimenti immediati, la dimensione di cui sono fatti i sogni, l’oniricità a cui gli archeologici fortemente attingono.
Vi é dentro queste opere un rimando ad una moltitudine di culture e di aspetti molto vasti, sempre però ermetizzati da una sequenza di sfaccettature nei quali il mondo é letto come un infinita serie di corrispondenze e nel quale la potenza immaginativa dell'uomo é un tutt'uno con i vari riferimenti temporali.
Lo straniamento temporale a cui si attinge guardando le opere é dettato dalle forme classiche destrutturate da un dettaglio che può essere anche inizialmente impalpabile ma diventa presenza chiave e fortemente catalizzatrice come il codice a barre in cui ci si imbatte alla base della opera Stele.
E da qui si evidenzia in modo immediato che la classicità dell'opera é invece trasposta nella classicità della chirurgia plastica quotidiana, nuovo feticcio di adorazione duale, per il vivere contemporaneo, ai Dei greci e mesopotamia cui si connette il riferimento dell'opera.
Queste opere definite “archeologici” si relazionano alla serie degli “Appunti”, altro filone di lavoro della Simona ragazzi, tanto da far ben comprendere allo studioso delle opere della Ragazzi che non esiste un confine se non estremamente labile, fortemente permeabile, ma si tratta di linguaggio in continua dialettica al fine di creare un filo conduttore che parte sempre dall'amore di Simona per una creazione artistica fortemente coerente, legata a leggere l'esistenza quotidiana abbracciandola a tutto lo scibile pregresso.
Così come una rilettura pittorica, sorta negli anni ’80, del classicismo italiano é stata definita Transavanguardia, le opere della Ragazzi possono essere inquadrate in una definizione, solo a lei applicabile, che può essere detta “neoartigianalità”.
Infatti la parola artigiano non può mancare quando si esplora il mondo più intimo di Simona Ragazzi perché, riprendendo l’incipit iniziale, tanto vi è ancora da dire di un aspetto che pone la Ragazzi come anomalia straordinaria della quotidianità artistica.
Infatti lei non é solo mirabile pensiero trasposto nelle sue opere ma anche soggetto operativo unico in tutti i sensi, in quanto é scultrice, ceramista, pittrice e ideatrice delle sue opere, maneggiando in modo mirabile tutte le tecniche.
Questo suo maniacale personalismo gli permette di vivere integralmente le opere e la rende una perfetta “one man show” che crea ogni opera dalla ideazione all'ultimo dettaglio, e ognuna di esse é sua creatura che viene positivamente totalizzata dalla Ragazzi.
Così facendo l'artista trasforma la materia in immagine e come l'antico scultore egizio infonde in essa l'anima, allo stesso modo le immagini che provengono all'artista dal mondo sono messe in relazione per dare vita ad una immagine nuova, particolarmente permeata di dettagli e allo steso tempo legata strettamente alla globalità dell'esistenza umana.
Ci si può appuntare che in molte di Simona Ragazzi facenti parte degli “archeologici” il colore é posto quasi in secondo piano, tutto questo per evidenziare la natura concreta, reale dell'opera, dell'essere innanzi tutto alla ricerca di momenti correlati nel tempo. In questo modo poi sorge la natura delle associazioni che conducono all'opera finita, la cui interpretazione comunque rimane in parte sempre nell'ambito onirico della dilatazione e della compressione del tempo.
É questa la caratteristica peculiare della visionarietà della Ragazzi, una visionarietà nutrita di memorie diverse, non necessariamente riconducibili solamente ad aspetti di rimandi culturali legati allo straniamento temporale, non é possibile dimenticare infatti che alla volontà di rappresentare una qualità artistica si può attingere solo con un talento naturale come l'artista Simona Ragazzi.
Queste nuove correlazioni e legami stranianti che ci propone la Simona possono essere infine definite come un sistema per potenziare le facoltà mnemoniche più intrinseche, le opere ora possono essere considerate come il tentativo di fissare nella memoria, dell'artista e di chi la guarda, l'immagine dell'uomo, quell'immagine che ci rivela la natura più autentica, con il senso di straniamento che la contraddistingue.
Parafrasando e ricordando Giordano Bruno si può dire: “come si dice che l'uomo é l'immagine di Dio, così le opere di Simona Ragazzi non temono di chiamare l'uomo immagine della sua esistenza nel mondo”.
Simone Di Franceschi
“…parallelamente altri appunti si moltiplicavano nel medesimo ambiente, caratterizzandosi per lievissime differenze, originando così delle sequenze. E’ proprio in queste elaborazioni in “movimento” che si caratterizza l’ultimissimo lavoro di Simona. Dare movimento alla materia, anima alla scultura, riflette la sua esigenza di inserire lo scorrere del tempo per comunicare. Le sequenze si articolano e si differenziano, la Ragazzi non si accontenta di animare la scultura figurativamente, inserisce anche la metafora per rafforzare l’immagine surreale del tempo che passa…. ”
Art Journal - Roberta Angelini