Lorenza Mignoli nasce a Budrio nel 1966, gira l’Italia con la famiglia fino a 10 anni abitando sempre in città di mare, poi rientra al paese di nascita e completa gli studi superiori.
A 18 anni è a Faenza dove si trattiene per qualche anno, prima a studiare ceramica, e lavora presso una bottega locale di ceramiche artistiche.
Terminato questo apprendistato sul campo Lorenza torna a Budrio e lì fonda una propria Bottega artigianale di ceramiche, La Bottega Ceramica, che gestisce in proprio continuando in parallelo una formazione presso studi di artisti della ceramica fra cui Emidio Galassi e Giovanni Cimatti.
Nel suo lavoro l’artigianato e l’arte corrono su binari contigui che spesso si intrecciano. Nel 1993 effettua uno studio e una mostra sulle targhe devozionali in ceramica e un paio di opere a Genova, murate dal 1992 nella via Vincenzo Monti che ospita più di duecento opere di vari artisti.
Da subito Lorenza affianca all'attività di produzione ceramica quella dell’insegnamento: le piace usare l’argilla e la sua manipolazione per “far stare bene anche altri oltre che se stessa”. Bambini, adulti, persone con difficoltà: i suoi corsi e laboratori sono apprezzatissimi e terapeutici, in molti casi è il servizio di neuropsichiatria dell’Asl ad affidarle percorsi particolari.
Insegnamento e arte finiscono per fondersi e Lorenza nel 2006 inventa (e da allora porta avanti con continuità) un percorso artistico nel quale guida i bambini delle scuole a progettare e creare con la ceramica vere e proprie opere d’arte, che vengono installate negli spazi cittadini di Budrio. Nel 2016 Lorenza trasferisce anche in Umbria questa idea e guida i bambini di una scuola di Arrone (Terni) nella realizzazione di un grande murales in ceramica, lavorato sia in tecnica tradizionale sia in Raku.
Sarà l’Ocarina, lo strumento musicale nato a Budrio e a cui la città dedica un festival biennale a cui affluiscono appassionati da tutto i mondo, ad ispirare Lorenza nel 2015 per una esposizione davvero impegnativa: "Guarda come son’Ocarina – liberi pensieri su uno strumento musicale tradotti in arte ceramica". Questa mostra è stata inaugurata durante il festival dell’Ocarina 2015 e ha avuto un notevolissimo successo. Decine di opere in cui la forma e il nome dello strumento budriese hanno condotto Lorenza in altri territori e mondi, spesso fantastici; le chiavi di lettura sono la leggerezza e l’ironia, le tecniche spaziano dalla ceramica tradizionale a due cotture alla ceramica Raku e dalla scultura alla pittura. Lorenza inoltre incomincia qui ad usare gli smalti affiancati dati a pennello, per aumentare la brillantezza degli effetti cromatici.
La mostra del 2015 segna un giro di boa nella sensibilità di Lorenza: l’artigianato di produzione comincia a stringerle, la sua sensibilità la porta piuttosto verso l’espressione, verso il simbolo, verso una ricerca diversa, che segua la sua ispirazione. Decide di seguire un percorso nuovo e indipendente, come artista. Un gallerista, Cristiano Galassi, le dà quasi scherzosamente un tema, "Oggi", e da questo immenso ma allo stesso tempo minuscolo concetto Lorenza crea le opere per la mostra successiva: "Tout ce qu’il faut" del 2016.
Tout ce qu'il faut è una mostra riproposta alla galleria La Biznaga di Venezia e al museo d'arte moderna Cà La Ghironda di Zola Predosa (Bologna)
Un’esperienza sempre intensa, chi visita la mostra sente e capisce il senso del discorso dell’artista.
Lorenza decide di non fermarsi lì ma di continuare sulla via intrapresa, per quanto essa non sia né facile né rapida.